Buona burocrazia, semplificazione e digitalizzazione: la sfida di oggi per un domani migliore

 

di Redazione OAR

Burocrazia, semplificazione, sussidiarietà, digitalizzazione, chiarezza, certezza. Queste le parole chiavi di oggi, 18 dicembre, durante il convegno “La buona burocrazia per una migliore Architettura. Sussidiarietà e digitalizzazione. Regolamento Edilizio Tipo. La scommessa della Regione Lazio” alla Casa dell’Architettura.

La stretta maglia delle procedure sempre più prepotentemente irrompe nella professione dell’architetto (come nella quotidianità di ognuno di noi), offuscando il focus primario della progettazione, come strumento per migliorare gli spazi in cui viviamo e la vita stessa della collettività. Da qui l’auspicio del Presidente Flavio Mangione di riuscire a restituire la centralità al progetto vero proprio anche grazie al lavoro che l’Ordine degli Architetti sta svolgendo con il Comune di Roma, per snellire gli iter amministrativi.

Tre gli ingredienti per una buona burocrazia secondo il Vice Presidente dell’Ordine degli Architetti Christian Rocchi. Poche leggi, ma chiare per non perdersi nei cavilli normativi che allungano i tempi ed aumentano i costi. Un equo compenso ai professionisti così da renderli liberi di compiere progettazioni di qualità, capaci di innescare un meccanismo di miglioramento materiale e spirituale, ma anche affinché la competizione sia basata sulla capacità di produrre cultura e beneficio sociale invece che sulla parcella. Ed infine legalità che è sinonimo di semplificazione normativa.

In quest’ottica si inserisce la volontà di dotare il nostro Paese di un Regolamento Edilizio Tipo (in gergo tecnico spesso denominato RET). E’ stato introdotto dall’Agenda per la semplificazione 2015-2017, insieme di misure divise in cinque aree tematiche finalizzate a snellire la macchina amministrativa. Basti pensare a quanto scarsamente appetibile sia l’Italia per gli investitori esteri, spaventati da tempi incerti, da costi burocratici e dalla molteplicità degli interlocutori amministrativi che rendono poco chiare le procedure. Ha ricordato giustamente l’Arch. Fabrizio Pistolesi, Segretario CNAPPC, che il Dipartimento di Finanza Pubblica del MEF ha stimato in 4,4 miliardi di euro l’anno il costo burocratico in edilizia, mentre sono in media in Italia 175 i giorni necessari per ottenere un permesso di costruire.

Molteplici le semplificazioni introdotte dall’Agenda 2015-2017 ed alcune già in vigore: introduzione di modulistica unica, l’operatività degli sportelli unici per accelerare i procedimenti, la semplificazione dell’autorizzazione paesaggistica per interventi minori, l’incremento delle procedure on line, oltre al già citato RET.

Originariamente i regolamenti edilizi nascono come regolamenti di Ornato di epoca post unitaria per soddisfare l’esigenza di buona architettura. Molti Comuni sono dotati ancora di regolamenti degli anni Trenta e spesso i contenuti si sovrappongono a quelli dei piani urbanistici, creando così molta confusione nell’edificazione e nell’operato dei professionisti che con tali strumenti devono confrontarsi.

L’esigenza è dunque quella di avere un documento uniforme e chiaro su scala nazionale, che al tempo stesso si possa facilmente attenere alle peculiarità territoriali. Nell’ottobre del 2016 viene adottato il Regolamento Edilizio Tipo su scala nazionale e previsto il monitoraggio delle sue future declinazioni locali. In nome del principio di sussidiarietà per cui i sistemi ordinistici affiancano e supportano l’apparato pubblico, le Reti Professioni Tecniche hanno messo a punto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti uno strumento digitale, visibile online all’indirizzo www.regolamentoedilizio.net,che consente di controllare i regolamenti edilizi dalla fase di redazione iniziale alla fase finale di monitoraggio.

“Molte le difficoltà incontrate ancora ad oggi dai Comuni nella compilazione del Regolamento Edilizio secondo lo schema tipo”, ha sottolineato l’Arch. Loredana Campagna, Segretaria Tecnica del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Sono però certa che questo strumento digitale realizzato con Le Reti Professioni Tecniche sarà di grande aiuto. Aumentare la qualità è possibile abbattendo la burocrazia (che non significa cancellare le leggi, ma piuttosto averne poche), dotandosi di una politica attenta ed avendo una buona gestione anche attraverso piattaforme informatiche”.