di Redazione OAR
Nella suggestiva cornice del Giardino Pensile dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, dal 10 al 12 maggio si svolgerà la IX edizione del Festival del Verde e del Paesaggio, organizzata da Altri Paesaggi in collaborazione con Fondazione Musica.
Una realtà importante tra le green expo che ha contato negli anni 150mila visitatori, di cui oltre 22mila nel 2018; 1.000 partecipanti agli eventi formativi nel 2018; più di 40mila architetti raggiunti; 10mila bambini e ragazzi che hanno partecipato ad attività didattiche nel corso delle varie edizioni; 450mila piante vendute di cui 60.000 nel 2018; 200 installazioni di paesaggio.
BREATHE – RESPIRO è il filo conduttore che ispira le istallazioni paesaggistiche, come Airship.03 – Fontana d’aria, firmata dal collettivo Breathe.Earth.Collective, in collaborazione con Austria Turismo. Si tratta di una foresta pensata per essere inserita in ambiente urbano e migliorare la qualità dell’aria. Attraverso la vaporizzazione dell’acqua ed un sistema di ventilazione naturale, all’interno della “fontana d’aria” la temperatura percepita si riduce fino a 6 gradi, mentre le oltre 500 piante utilizzate nei 30 mq occupati trasformano l’anidride carbonica in ossigeno. Un’idea ‘green’ che richiama anche il Padiglione dell’Austria di Expo Milano 2015 i cui 560 mq, occupati da essenze e fiori tipici, erano inondati da 62 chili di ossigeno fresco ogni ora, ovvero il fabbisogno medio di 1800 persone, esclusivamente attraverso energie rinnovabili.
Alberi e piante saranno i veri protagonisti di concorsi, rassegne, istallazioni, conferenze e workshop, visto la loro indispensabile funzione nel ciclo della vita. Ogni attività nell’ambito del Festival è dedicata alla valorizzazione del rapporto Uomo – Natura – Città, nella piena convinzione che il Verde sia elemento essenziale per il nostro ecosistema.
L’architettura del paesaggio è la vera sfida per l’urbanistica del domani, che deve incentivare la realizzazione di aree verdi urbane sempre più vaste, tanto da poter ridurre la temperatura dell’aria, purificare l’outdoor e l’indoor, mitigare i cambiamenti climatici a cui gli scenari urbani contribuiscono. Allo stesso modo l’architettura del costruito deve porsi l’obiettivo di utilizzare la vegetazione come materiale di progetto e non solo come sistema decorativo.
A testimonianza del dialogo tra la piccola e la grande scala della progettazione verde a cui il la manifestazione aspira, le parole di Franco Zagari (https://ordine.architettiroma.it/attivita-ordine/architettura-e-paesaggio-franco-zagari-il-mercato-deve-essere-rifondato-dai-giovani/): “Il Festival è il pubblico, rappresenta le sue attese e le sue speranze che dal mondo del giardino privato si proiettano chiaramente sulla città, per un miglioramento della condizione del nostro habitat. Guai a non ascoltare le voci di questo ambiente sobrio e sereno, ma determinato che offre alla città delle risorse ancora inesplorate.”