Accessibilità, chiave di lettura per la valorizzazione dei beni culturali

 

di Redazione OAR

 

L’accessibilità come chiave di lettura imprescindibile per la valorizzazione dei luoghi culturali. E’ questo il filo conduttore intorno al quale si è sviluppato – ieri, 3 dicembre, presso la Casa dell’Architettura, in concomitanza con la giornata internazionale delle persone con disabilità – l’evento “Il Patrimonio culturale tra valorizzazione e accessibilità. Esperienze e progetti per il superamento delle barriere architettoniche”, organizzato dall’OAR insieme all’Osservatorio Accessibilità Universal Design dell’Ordine coordinato dall’architetto Daniela Orlandi, con l’obiettivo di (ri)accendere, in modo efficace, i riflettori su un tema sempre attuale e particolarmente complesso per una città come Roma.

Il convegno è stato l’occasione per fare il punto su problematiche e prospettive legate all’accessibilità del patrimonio culturale capitolino in un’ottica normativa e progettuale, ma anche esaminando iniziative e casi concreti realizzati sul territorio cittadino. Nel corso della giornata, inoltre, c’è stata la premiazione dei vincitori del 1° concorso fotografico ‘Obiettivo Accessibilità’, lanciato lo scorso giugno dall’OAR, con l’inaugurazione della mostra – aperta fino al 7 dicembre presso la Casa dell’Architettura – che raccoglie tutti gli scatti che hanno partecipato alla gara.

Primo passo: rendere accessibile il patrimonio culturale

La scelta di partire dal patrimonio culturale per iniziare a declinare il tema del superamento delle barriere architettoniche a Roma – come ribadito nel corso dei lavori, introdotti da Ombretta Renzi, Consigliere dell’Ordine degli Architetti e coordinatore Osservatorio Accessibilità – nasce dalla consapevolezza di “un cambiamento radicale nei concetti di museo e bene culturale, che non sono più soltanto luoghi di ‘conservazione’ ma elementi dinamici in cui si innesca un dialogo con il fruitore. Luoghi chiave per la crescita culturale, dove la fruibilità non rappresenta tanto il diritto della persona diversamente abile, quanto un dovere sociale della collettività”.

Lo stato dell’arte, a livello nazionale, sulla pianificazione strategica di un rinnovato concetto di accessibilità – declinata in termini senso-percettivi, cognitivi e culturali – lo ha illustrato la dr.ssa Gabriella Cetorelli, responsabile del Servizio progetti speciali della direzione generale Musei del MiBAC, che gestisce una rete di circa 500 istituti tra complessi monumentali, aree, parchi archeologici, con 32 musei dotati di autonomia speciale e 17 poli mussali regionali. “Un museo, oggi – ha detto – è considerato un servizio sociale essenziale, come una scuola o un ospedale. Per questo nel giugno 2017 è nato un gruppo di lavoro ad hoc per riprendere, aggiornare ed ampliare le regole stilate dieci anni fa sul fronte dell’accessibilità e che ha portato a varare, la scorsa estate, nuove linee guida  per la redazione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) nei luoghi di interesse culturale: dalla ricognizione sullo stato di fatto all’indicazione delle priorità sui cui intervenire”. Tra le novità più importanti c’è l’individuazione di un responsabile per l’accessibilità per la supervisione di tutti gli aspetti legati alla piena fruibilità di uno specifico sito.

Lo situazione a Roma e i piani per abbattere le “barriere

A stringere l’inquadratura su Roma è stato Fabrizio Vescovo – architetto, docente ed esperto in accessibilità e superamento di barriere architettoniche ed ambientali – concentrandosi in particolare sulla situazione che caratterizza il centro storico, “pieno di rampe e soluzioni sbagliate, che dovrebbero essere rimosse, anche in zone di altissimo pregio. Lontane da quanto previsto dalle norme per la valorizzazione ed accessibilità del patrimonio culturale. Si tratta di interventi che rovinano i luoghi e che, sopratutto, non sono effettivamente utili a superare le barriere esistenti. Per un’azione efficace, Roma deve iniziare ad approvare singoli piani per eliminare gli ostacoli architettonici partendo da punti strategici individuati dai municipi”.

L’impegno dell’amministrazione comunale sul fronte accessibilità è stato illustrato da Andrea Venuto, Disability Manager di Roma Capitale – figura istituita dal Campidoglio proprio per occuparsi della rimozione delle “barriere” di ogni genere che ostacolano la fruibilità della città – che ha rimarcato come il Capidoglio abbia presentato, proprio ieri 3 dicembre, il progetto per un “ecosistema di interventi” per rimuovere gli ostacoli – architettonici e culturali – che impediscono  la fruizione di servizi e trasporti pubblici in città. Sono stati individuati, insieme ai municipi, criticità specifiche ed è stato stanziato un milione di euro per le opere più urgenti; altre risorse verranno recuperate, tra l’altro, dalle azioni di contrasto all’utilizzo illecito dei pass per i disabili. Le prime due direttrici ritenute strategiche – per dare il via all’abbattimento delle barriere – si trovano nel Municipio IX (Viale America/viale Beethoven) e nel Municipio II (via dello Scalo di San Lorenzo); poi si proseguirà con gli altri quadranti della città.

Scatti sull’accessibilità: la premiazione del concorso fotografico

Nel corso dell’evento si è svolta anche la premiazione per il Concorso fotografico “Obiettivo Accessibilità”, lanciato lo scorso 25 giungo dall’Ordine degli Architetti di Roma, incentrato sulla capacità di inquadrare con un immagine “il tema dell’accessibilità e dell’uso agevole e sicuro degli spazi urbani dedicati alla collettività e alla socializzazione”, come piazze, strade, parchi, giardini, marciapiedi, accessi ad edifici pubblici, spazi e edifici privati aperti al pubblico.

A aggiudicarsi il primo premio (si veda la gallery) è stato Giuseppe Rampolla con la foto “disABILITà” scattata in Campo Anco Marzio a Ostia, nel corso di una gara di basket in carrozzina. A seguire si sono piazzati Daniele Longobardi, al secondo posto con “Dove si può volare” con un immagine colta su Via Cristoforo Colombo, e Alessandra Lino, terza con “Poter andare dove si vuole”, con una inquadratura sul lungomare Duca degli Abruzzi (Ostia Lido). Le menzioni speciali sono andate a Livio Betti, Roberto Cuccioletta, Domenico Iacoella e Igor Sagrantini. La mostra con le opere presentate al concorso sarà aperta fino al 7 dicembre presso la Casa dell’Architettura.

La seconda parte del convegno ha visto, infine, la rassegna di progetti per la rimozione delle barriere architettoniche realizzati in alcuni importanti complessi monumentali romani. Dall’area archeologica dei Mercati di Traiano, dove è stato messo in atto un corposo pacchetto di interventi per adeguare e rendere accessibile l’area, al Museo nazionale romano delle Terme di Diocleziano, fino alla Galleria Borghese.

 

#Photo gallery

1° classificata “disABILITA’
Rampolla Giuseppe

2° classificata “dove si può volare?
Longobardi Daniele

3° classificata “poter andare dove si vuole
Lino Alessandra

MENZIONI SPECIALI

MOSTRA e CONVEGNO