La tutela del verde e del paesaggio passa attraverso i professionisti e i cittadini

di Redazione OAR

Il Festival del Verde e del Paesaggio ci offre ancora una volta l’occasione di riflettere sul valore naturalistico della vegetazione a Roma, in tutte le sue più svariate manifestazioni e sull’obbligo morale di fare sistema per preservarlo e, se possibile, implementarlo.

Nell’ambito della manifestazione giunta alla IX edizione (https://ordine.architettiroma.it/attivita-ordine/a-roma-la-ix-edizione-del-festival-del-verde-e-del-paesaggio/), il convegno Verde e Paesaggio Urbano, svoltosi il 10 maggio proprio all’Auditorium Parco della Musica, ha presentato il primo Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano che la Giunta Capitolina ha approvato a gennaio.

Declinato in 67 articoli divisi in 5 capitoli in attesa di approvazione definitiva in Assemblea Capitolina, volti a valorizzare l’immenso patrimonio verde, sia pubblico che privato, di Roma, tende a definire i ruoli per la cura e la manutenzione, puntando sulla partecipazione più larga possibile dei cittadini, istituendo anche sanzioni.

Il Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano sembrerebbe essere solo il primo di una serie di atti volti alla tutela e gestione di un sistema ambientale come quello di Roma Capitale, il cui territorio è per 2/3 coperto da aree verdi estremamente eterogenee: aree agricole, zone archeologiche, parchi e riserve naturali, ville e parchi storici, viali alberati, giardini pubblici, spazi pubblici, corridoi d’acqua indispensabili all’ecosistema.

“Ciò che gli esperti ritengono indispensabile è il ricucire la frammentazione del patrimonio vegetale, che ha messo a repentaglio anche habitat specifici e reti ecologiche, attraverso un Piano del Verde, strumento strategico di pianificazione con atto di indirizzo”, a questo punta Andrea Salluzzi, economista.

“Il Regolamento, nato con la Giunta Alemanno su sollecitazione di associazioni di cittadini e proseguito con la Giunta Marino, ha trovato la sua stesura definitiva con la Giunta Raggi. In attesa della sua approvazione, la fase più difficile sarà la sua applicazione che presuppone un profondo cambio di mentalità” osserva Sara Sacerdote, agronomo ed esperta di verde urbano. “Finalmente anche Roma si dota di una norma precisa che regola persino modi e tempi delle potature, distanze tra edificato e specie vegetali, tipologie e localizzazione di essenze.”

Sacerdote fa notare che il Regolamento istituisce la presenza di un esperto, agronomo o forestale, anche negli scavi effettuati per motivi di urgenza (che rappresentano il 60% degli sterri a Roma), qualora siano interessate le radici di un albero, equiparando così la tutela del verde per esempio alla salvaguardia dei beni archeologici. Agli architetti, invece, il nuovo strumento normativo fornisce regole certe nella progettazione del verde, entro le quali incanalare la propria linea progettuale, nell’intento di rispettare il benessere della vegetazione.

La vera novità è anche nel nome stesso del Regolamento, che oltre al Verde, cita il Paesaggio, “unico esempio in Italia” sostiene Claudio Giovannozzi architetto dell’Associazione Italiana dell’Architettura del Paesaggio.

Roma dunque punta sulla prevenzione e sulla pianificazione del mondo vegetale, tramite un maggior coinvolgimento dei tecnici e dei cittadini, limitando il libero arbitrio senza tuttavia soffocare la creatività tipica della progettazione.

Al sospetto di aggiungere nuove forme di autorizzazione anche per interventi botanici o paesaggistici, Andrea Salluzzi, sottolinea come una legge certa, accompagnata dalla professionalità dei tecnici e dall’aumento delle risorse economiche ed umane comunali, possa garantire la trasmissione dell’immenso patrimonio verde alle generazioni future, senza tuttavia intricare la già pesante maglia burocratica esistente.

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