di Redazione OAR
Il progetto di architettura come motore di crescita e di sviluppo del nostro Paese. E come trait d’union tra realtà diverse – in termini territoriali, culturali e professionali – per avviare un percorso comune di trasformazione della città e del territorio. E’ stato questo lo spirito alla base dell’evento “Il Lazio incontra la Calabria -”, primo di una serie di confronti con le esperienze locali promossi, presso la Casa dell’Architettura, dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia per raccontare “leggi, normative, procedure, opportunità sociali e abitative” delle regioni italiane.
A inaugurare la stagione – con gli appuntamenti che, con cadenza trimestrale, vedranno la partecipazione delle diverse regioni italiane – è stata, non a caso, la Calabria, prima tra le amministrazioni a varare una normativa per garantire ai progettisti la certezza del compenso. Si tratta della legge n. 25 del 3 agosto 2018 sulla “tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale”, che rende legittimo un documento abilitativo solo dopo il pagamento del professionista che lo ha prodotto. Riconoscendo così nella certezza del compenso una della condizioni base per favorire la qualità di un progetto.
La giornata – che si è svolta ieri, 28 novembre – è stata un’occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nel governo del territorio, sia nel Lazio che in Calabria: dalle istituzioni agli ordini professionali, dai costruttori ai rappresentanti del mondo della progettazione. Si è riflettuto, in particolare, sulle potenzialità dei due ambiti regionali e sulle loro possibilità di sviluppo, crescita e rilancio.
“Al centro del nostro impegno – ha detto Flavio Mangione, presidente dell’Oar, introducendo i lavori – c’è il progetto di architettura, strumento straordinario di trasformazione, ma sopratutto di conoscenza. Gestire la complessità di un territorio significa avere la possibilità di innalzarne il livello di civiltà e liberare le energie migliori”. La riflessione sul futuro del Paese, delle città e dell’architettura – ha proseguito – “non può che partire dal costruire una solidarietà, non corporativa ma professionale e culturale, tra le energie attive sul territorio. Speriamo di riuscire a coinvolgere nella nostra stagione di incontri su questi temi tutte le regioni italiane. Il prossimo appuntamento sarà con la Sicilia”.
Le tracce della volontà di avviare un percorso che punti a sostenere la qualità delle progettazione è emerso anche dal tavolo di confronto tra i rappresentanti delle amministrazioni regionali. “Il nostro obiettivo – ha detto Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica della Regione Lazio – è arrivare ad un Testo Unico dell’Urbanistica che semplifichi l’attuale giungla di norme. All’interno del quale, crediamo, debba esserci lo spazio per inquadrare il tema del giusto e certo compenso per i professionisti. Questione che, a sua volta, si intreccia con la qualità e la sicurezza degli interventi urbanistici”.
Sulla stessa linea l’assessore calabrese all’Urbanistica, Franco Rossi, che ha sottolineato come “per favorire la qualità dei progetti sia necessario dialogare sia con la committenza che con i progettisti, riconoscendo il valore del lavoro dei professionisti”. In Calabria, ha aggiunto, “abbiamo avviato un vero e proprio cambiamento di rotta con l’obiettivo di riqualificare la regione e aprire le porte a una nuova stagione incentrata sul ‘progetto’, declinato in termini di territorio, città e qualità”.
Tra le priorità indicate dai costruttori – con gli interventi dei presidenti di Ance Lazio, Domenico Merlani, e Ance Calabria, Francesco Berna – c’è quella di un “necessario snellimento delle procedure alla base di tutti i procedimenti autorizzativi”, che rallentano la realizzazione di qualsiasi tipo di intervento.
A raccontare la realtà del territorio calabrese – dalle infrastrutture all’urbanistica, dalla necessità di riqualificazione alla qualità della progettazione, fino alla condizione lavorativa dei professionisti – sono stati, invece, i presidenti degli Ordini provinciali degli Architetti della Calabria. Tra gli ospiti anche Mario Occhiuto, architetto e sindaco di Cosenza.
La parola, infine, è passata ai progettisti di origine calabrese, attivi nella regione, a livello nazionale e all’estero – da Alfonso Femìa a Valentina Pontieri, da Marcello Guido a Michelangelo Pugliese – che hanno raccontato le proprie esperienze, i progetti realizzati e le iniziative intraprese negli ultimi anni, con il minimo comune denominatore del legame con la loro terra di provenienza.
Il ciclo di incontri con le regioni italiane che hanno adottato nuove leggi e provvedimenti in materia di edilizia e progettazione proseguirà con nuove tappe presso la Casa dell’Architettura: la prossima, come detto, sarà la Sicilia, a seguire le esperienze degli architetti pugliesi e lucani.
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