di Redazione OAR
Favorire lo scambio culturale, di know-how, training, tecnologie ed esperienze lavorative, in ambiti che spaziano dall’efficienza energetica alla conservazione del patrimonio storico, dall’antisismica all’utilizzo delle tecnologie digitali, come il Bim. Attraverso la formazione e l’aggiornamento professionale degli iscritti, con l’obiettivo generale di migliorare la qualità del progetto di architettura, anche a tutela di committenze pubbliche e private.
E’ questo il senso del protocollo di accordo (memorandum) su “Cooperazione per lo sviluppo degli scambi tecnologici, culturali e di attività professionali congiunte” appena siglato tra l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia (https://ordine.architettiroma.it/ ) e l’Ordine nazionale degli Architetti del Marocco – Conseil Régional du Centre (http://www.ordrearchicentre.org/).
L’intesa – firmata il 7 febbraio scorso, a Casablanca, dai presidenti dei due Ordini coinvolti, Flavio Mangione e Sbai Mohamed Karim – ha fissato un percorso condiviso incentrato, innanzitutto, sulla verifica delle normative dei due Paesi in merito all’esercizio della professione dell’architetto e delle attività di consulente tecnico, al fine di rendere omogenee le attuali legislazioni e favorire le attività dei professionisti in entrambi i territori. Un’azione congiunta – declinata in un programma triennale (il memorandum sarà valido fino al dicembre 2021) – che punta al miglioramento delle professionalità nei due contesti di riferimento per accrescere le possibilità di realizzare progetti di collaborazione trai professionisti romani e i colleghi del Marocco. Prevista anche l’attivazione di eventuali iniziative in cooperazione con altri organismi istituzionali di interesse, quali associazioni, Ministeri, strutture governative e non governative, imprese, sia a livello centrale che regionale.
I settori nei quali si svolgeranno le attività di cooperazione tra i due Ordini saranno, nello specifico: efficientamento energetico, consolidamento e conservazione del patrimonio storico, antisismica e Bim. Ecco, invece, alcuni degli strumenti individuati dal protocollo per l’attuazione del percorso condiviso: accordi regionali e nazionali tra i due Paesi per lo sviluppo e la tutela delle attività dei professionisti; attività di ricerca e sviluppo congiunti nello scambio di know how nei settori di progettazione, project management e project financing; individuazione e realizzazione di progetti in collaborazione (joint project), sia in Marocco che in Italia, o in Paesi terzi, per valorizzare i risultati raggiunti; organizzazione di eventi congiunti (fiere, mostre, tavole rotonde) per divulgare e promuovere le attività dei propri associati in entrambi i Paesi; partecipazione a tender (bandi e gare) internazionali istituzionali che prevedano la partecipazione dei due Paesi. Tra le azioni concrete che saranno messe in campo su entrambi i fronti ci saranno il trasferimento di tecnologie, la realizzazione di progetti pilota congiunti e lo scambio di tecnici, professionisti e ricercatori.