Lucio Passarelli
Accademico Nazionale di San Luca
Architetto
Lunedì 19 marzo 2018 | ore 17.30
saluti istituzionali
Gianni Dessì
introduce e coordina
Francesco Moschini
intervengono
Paolo Baratta, Pietro Barucci, Francesco Cellini, Ruggero Lenci, Alessandra Muntoni, Franco Purini
Lunedì 19 marzo 2018 alle ore 17.30 presso Palazzo Carpegna, sede dell’Accademia Nazionale di San Luca, si terrà il pomeriggio di studi dedicato a Lucio Passarelli, Accademico Nazionale di San Luca, Architetto. Dopo i saluti istituzionali di Gianni Dessì, Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca, introdotti e coordinati da Francesco Moschini, Segretario Generale della stessa, interverranno Paolo Baratta, Pietro Barucci, Francesco Cellini, Ruggero Lenci, Alessandra Muntoni, Franco Purini.
Chi vorrà affrontare la descrizione di una storia architettonica della Roma contemporanea dovrà tenere bene in conto la corposa produzione di Lucio Passarelli, Ingegnere con laurea ad honorem in Architettura nel 2011, nella cui modernità è contenuto il significato architettonico e civico di tante opere progettate dal suo Studio che ormai fanno parte integrante dei valori del nostro patrimonio urbano contemporaneo.
L’attività dello Studio Passarelli copre un periodo storico che tocca tre secoli: inizia alla fine dell’800, si estende per tutto il ‘900 e continua negli anni 2000 con un’imponente quantità di lavori. Fino al 1938 è il fondatore Tullio Passarelli (1869-1941) a occuparsi dell’elaborazione dei progetti e della direzione dei cantieri, affiancato dal 1932-33 dai figli Vincenzo (1904-1985) e Fausto (1910-1998). Dopo la Guerra è invece Lucio (1922-2016), il più giovane dei tre fratelli, a guidare l’attività lasciata in eredità dal padre, promuovendo procedure di progettazione collaborativa e interagendo con un impressionante numero di talenti tra cui figurano Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Paolo Cercato, Julio Lafuente, Pietro Barucci, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, Mario Fiorentino, Alessandro Anselmi, Alessandra Muntoni. Lo Studio ha così ricoperto, oltre al ruolo di fabbrica di idee e di centro di elaborazione di progetti, quello di luogo d’incontro e di formazione di importanti figure, al pari di altri grandi studi di architettura nel mondo. Si pensi allo studio Sullivan-Adler a Chicago nel quale si è formato F. L. Wright; a quello di Behrens a Berlino dove si sono incontrati Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe; allo studio di Cuypers ad Amsterdam nel quale si sono conosciuti De Klerk, Kramer, Van der May. E poi allo studio di I. M. Pei nel quale si è formato W. Pedersen, o l’OMA di Koohlaas dove si è sviluppato il talento di Z. Hadid.
La longevità dello Studio Passarelli, soprattutto grazie a Lucio, ha abituato da un certo punto in poi i suoi componenti a cambiare nel tempo le prospettive di sviluppo e il quadro dei riferimenti architettonici, con periodiche revisioni dei propri registri tecnologico-morfologico-linguistici.
Nel suo periodo di formazione e avvio dell’attività, così come Lucio stesso ricorda, “esistevano dei precisi punti di riferimento e indirizzo: Wright, Le Corbusier, Mies van der Rohe, Aalto e, più avanti, Kahn, Tange, Saarinen, forse fino a Stirling, prima delle vorticose trasformazioni degli ultimi periodi. Non ho alcuna remora, anzi mi sento privilegiato, nel riconoscere che ho subìto influenze da più di uno di questi maestri. Sono sempre stato attratto ed ho applicato con metodo la modulazione regolare ortogonale e spaziale, a varie scale. Uniformità contraddetta dalla diversità, dell’eccezione, quali un taglio diagonale, l’inserimento di un cerchio o di una sua porzione. Riandando indietro negli anni, credo che il riferimento personalizzato che più ho amato, e da cui sia stato, forse solo interiormente, sensibilizzato, risulti Kevin Roche. Ricordo la Fondazione Ford a New York e la sede della John Deere a Moline”.
Nel suo complesso si tratta di un unicum che testimonia lo sviluppo secolare di un’attività professionale dello Studio svolta lungo l’arco di due generazioni che dalla fine del diciannovesimo secolo ha contribuito, con Lucio in maniera determinante dagli anni ’50 in poi, alla definizione dell’immagine architettonica e urbana della città di Roma.