Dalla città al territorio: strategia progettuale per esaltare il contesto

di Redazione OAR

Dagli interventi nel centro storico a quelli sul paesaggio. “Con una strategia progettuale che punta a mettere in risalto la relazione tra il progetto ed il contesto in cui esso sarà inserito: dalla città al territorio”. A dirlo sono Andrea Morana e Luana Rao, i giovani architetti che hanno fondato il proprio studio – Morana+Rao – a Siracusa nel 2009, intraprendendo sin dai primi passi un processo di ricerca progettuale, fortemente radicato in terra siciliana, “che pone l’attenzione a necessità funzionali, chiarezza e ordine spaziale”.

Li abbiamo incontrati lo scorso 3 luglio a Roma, alla Casa dell’Architettura – in occasione del  convegno dell’OAR “Progettare insieme il futuro del nostro Paese. Il Lazio incontra la Sicilia” durante il quale è stato dedicato uno spazio i giovani progettisti siciliani (qui l’articolo su UFO, un altro  degli studi partecipanti: https://ordine.architettiroma.it/attivita-ordine/ufo-urban-future-organization-una-professione-proiettata-alla-condivisione/) – e ci hanno raccontato il loro approccio progettuale attraverso alcuni degli interventi realizzati.

“I nostri progetti – affermano i due architetti – sono caratterizzati da volumi semplici, sterotomici, progettati seguendo rigorosamente un’idea progettuale. Abbiamo presentato una serie interventi e di idee che mettono in evidenza la nostra strategia in ambiti diversi, dal centro cittadino al paesaggio, dalla sostituzione edilizia al nuovo insediamento nel territorio, ma anche al riuso e riqualificazione di luoghi in contesti storici”.

Tra gli interventi più significativi realizzati negli ultimi anni da Morana+Rao in ambito urbano c’è quello in Largo Porta Reale, uno spazio pubblico di 750 metri quadri nel centro storico di Noto (Siracusa). “Un’area utilizzata, fino a quel momento – raccontano gli architetti -, come parcheggio e invasa da segnaletica stradale e cartelloni pubblicitari”. Fra queste criticità emerge la Porta d’ingresso alla città, eretta nel 1838. L’idea è stata quella di realizzare “un grande piano in pietra e una lunga seduta, per stabilire l’ordine dello spazio ai piedi del monumentale arco d’ingresso alla cittadina barocca fino a quel momento negato. Il grande piano, pavimentato in pietra calcarea, crea la condizione di vuoto essenziale ed astratto per fare emergere senza interferenze l’importante monumento storico”. Il progetto ha ricevuto nel 2015 le menzioni al premio Gubbio e come giovani architetti al premio Cnappc 2015, per essere stati capaci, attraverso la ricerca dell’anonimato, “di lasciare la preesistenza come elemento protagonista dello spazio”. Altro intervento a Noto è il riuso dei bassi dell’ex Convento dei Gesuiti: qui la strategia progettuale è stata quella di “risolvere il complesso programma dell’attività di ristorazione valorizzando le qualità e le caratteristiche dello spazio architettonico esistente”.

Per quanto riguarda i progetti sul territorio, lo studio Morana+Rao ha presentato, tra l’altro, due esperienze realizzate sull’altopiano ibleo, sistema montuoso della Sicilia sud-orientale: la prima è la sistemazione esterna della corte delimitata da due corpi di fabbrica esistenti e la costruzione di una piscina di una struttura ricettiva a servizio degli ospiti dell’azienda: l’obiettivo di base è sempre quello di mettere in risalto il contesto, attraverso “un piano parallelo al paesaggio che con il suo limite fa emergere con forza, nell’astrazione dei materiali utilizzati, il carattere del paesaggio agricolo ponendolo come “scena”dello spazio”. Realizzato, sempre nell’area, anche un nuovo intervento edilizio: una casa in posizione panoramica, caratterizzata da una corte centrale scoperta, “che risponde ad esigenze al di fuori del tempo: proteggersi dall’intorno pur non rinunciando ad una relazione percettiva con lo stesso”. (FN)

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