di Redazione OAR
Salvaguardare e valorizzare gli archivi per l’architettura, attraverso la conservazione e l’accessibilità alle fonti, garanzia di una progettazione “adeguata, intelligente e democratica”. E, allo stesso tempo – in chiave contemporanea – mettere in luce l’importanza del diritto di accesso agli atti, espressione di trasparenza amministrativa, in riferimento particolare alle procedure riguardanti l’edilizia.
L’Ordine degli Architetti di Roma accende i riflettori sulla fruibilità di archivi storici e documentazioni, tema centrale per assicurare la massima qualità dei progetti – attraverso una profonda conoscenza e comprensione dei contesti urbani, del tessuto architettonico, delle procedure per ottenere l’accesso a pratiche e atti riguardanti gli immobili – proponendo percorsi formativi ad hoc dedicati ai progettisti romani.
Il primo appuntamento in programma sarà il seminario “Archivi Romani”, che si svolgerà il 13 marzo (ore 14-19 – 4 CFP) alla Casa dell’Architettura (Piazza Manfredo Fanti, 47) e che rientra, a sua volta (si veda più avanti), nel ciclo di tre incontri “Archivi per l’Architettura. Fare la storia e garantire i cittadini”, incentrato proprio sulle risorse archivistiche.
A spiegare il significato e l’importanza del tema è Erilde Terenzoni, coordinatrice scientifica del seminario e già soprintendente archivistico per il Veneto: “Il percorso formativo – afferma – si propone di attirare l’attenzione su una parte di patrimonio culturale prezioso ma forse poco noto: le fonti per l’architettura, vale a dire tutti quei complessi documentari che raccolgono elaborati grafici, progetti, disegni, schizzi, fotografie, audiovisivi e documenti digitali prodotti dai professionisti nello svolgimento della loro attività nel pubblico e nel privato”. Gli archivi per l’architettura, continua, “conservano materiali molto eterogenei, alcuni dei quali di grande valore artistico, e richiedono impegno, risorse finanziarie e umane da parte di chi li detiene: Comuni, Regioni, Poste, Ferrovie, Fondazioni, Biblioteche, Archivi e, infine, gli stessi studi di architetto. Le fonti documentarie sono le basi per la comprensione della storia delle città, dei luoghi e del paesaggio ma anche per la garanzia di diritti maturati da cittadini e professionisti”.
In programma, come anticipato, ci sono tre giornate dedicate agli archivi per l’architettura, sull’importanza della loro conservazione e accesso “come base per una progettazione adeguata”. La prima, il 13 marzo, tratterà – in particolare – il tema dello stato e dell’accessibilità degli archivi romani, tra i quali l’Archivio Capitolino, l’Archivio Segreto Vaticano, l’Archivio del Quirinale. Il secondo seminario, fissato per il 3 maggio, presenterà le istituzioni che conservano e comunicano fondi di grandi architetti come il MAXXI, lo CSAC, la Fondazione Biennale di Venezia. L’ultimo appuntamento, previsto per il 12 giugno, toccherà invece la delicata questione della cura e salvaguardia degli archivi privati, delle reti come quella di AAAItalia (Associazione Archivi Architetti) e dei progetti in corso.
Il focus su una corretta e rapida accessibilità agli archivi, “aspetto qualificante per la democraticità di una società e garanzia dei diritti dei cittadini”, viene ripreso – in chiave contemporanea – nel convegno “Il diritto di accesso agli atti. Le procedure riguardanti l’edilizia”, che si svolgerà il 14 marzo, sempre presso la Casa dell’Architettura (14.30-19.00 – 4 CFP).
Si partirà da un inquadramento normativo generale dell’istituto, inclusi gli atti di soft law – come le linee guida dettate dall’Anac in materia -, entrando poi nel vivo dell’argomento distinguendo le tre tipologie di “accesso” previste nell’ordinamento vigente: “documentale”, “civico” e “generalizzato”. Si passerà poi all’approfondimento del tema in relazione alle procedure specifiche riguardanti il settore dell’edilizia e saranno illustrati i limiti del diritto di accesso (quindi segreto di stato ed altri ex legge 241/1990, D.Lgs 33/2013 e successive modifiche/integrazioni), nonché l’importanza dell’istituto quale espressione della “massima trasparenza amministrativa”. Infine, si parlerà di processo penale, inerente l’edilizia e l’accesso agli atti, compresi differimento e negazione del diritto di accesso.